Cos’è l’OUTRIGGER o CANOA POLINESIANA?

La canoa polinesiana, detta anche canoa outrigger, è il tipo di canoa tradizionale dei popoli dell’Oceania, ma molto diffusa anche nell’Oceano Indiano. È caratterizzata da un galleggiante laterale, detto bilanciere, collegato allo scafo da un certo numero di traverse. Ha avuto un ruolo determinante nella grande migrazione che da Samoa raggiunse Micronesia, Melanesia e Polinesia, e in generale nella colonizzazione, in tempi antichi, di molte isole oceaniche. A partire dalla fine del XIX secolo l’outrigger ha cominciato a svilupparsi e diffondersi nel mondo come sport organizzato.
Attualmente queste imbarcazioni vengono normalmente utiizzate dalle popolazioni che abitano le Isole del Pacifico, le Hawai e l’Isola di Pasqua.
In Italia e nel mondo è un’attività sportiva in forte espansione con sempre più numerosi appassionati.
Le imbarcazioni possono essere da un posto, due posti, quattro e sei posti.
Nell’area del Pacifico la canoa polinesiana viene chiamata Va’a (in Polinesia francese) o varianti (Wa’a Hawaii, Waka Ama in Nuova Zelanda). Nei paesi di lingua inglese il nome usato più spesso è outrigger canoe; dalla parola “outrigger” prendono il nome diverse associazioni sportive o competizioni internazionali.

… origini

La canoa con bilanciere prende il nome dalla Polinesia perché è in questa zona del mondo che si trovano la più grande varietà di forme e la più grande diffusione di questo genere di imbarcazione. Tuttavia, lo stesso tipo di imbarcazioni si trova in numerose altre zone del mondo, incluso l’Oceano Indiano , fra Africa orientale , Comore , Maldive e India . Poiché queste regioni hanno una cultura più antica di quella di Samoa (da cui partirono le migrazioni verso la Polinesia ), alcuni suppongono che la canoa polinesiana sia in realtà nata fra Africa e Asia. Altri sostengono che possa essere di origine indonesiana, ed essersi diffusa da qui sia verso ovest che verso Samoa, la Micronesia e la Melanesia.
Trovar e elementi definitivi a favore dell’una o dell’altra tesi, o ricostruire altri elementi della storia della canoa, è comunque molto difficile; sia a causa della deperibilità dei materiali (principalmente tronchi d’albero e altri materiali vegetali) sia perché le culture che la usavano non avevano la scrittura. Le informazioni di cui disponiamo sono quindi ricavate in gran parte dalla tradizione orale di questi popoli, o da graffiti e altre testimonianze pittoriche (in particolare nelle Hawaii).
In ogni caso, l’importanza della canoa nella cultura tradizionale delle “popolazioni oceaniche” è indiscutibile, ed è ovviamente legata dalla memoria storica dei viaggi in canoa attraverso cui l’Oceano stesso fu “colonizzato” nei tempi antichi. In Nuova Zelanda , per esempio, molti Maori tramandano ancora oggi alle nuove generazioni il ricordo del nome della canoa sulla quale gli antenati arrivarono ad “Aotearoa” (la “Terra della Lunga Nuvola Bianca”).

…… la canoa polinesiana come sport

Già i popoli del Pacifico utilizzavo le canoe per competizioni e gare fin dall’antichità. I coloni europei in alcuni casi mantennero questa tradizione; alla fine del XVIII secolo, per esempio, si tenevano nella colonia francese di Tahiti gare di canoa commemorative la presa della Bastiglia, il 14 luglio. In altri casi gli stessi europei interruppero tradizioni probabilmente antichissime; nelle Hawaii, per esempio le gare di caneo furono vietate a partire dal 1820, con l’arrivo dei missionari di Boston, che le bandirono come immorali anche a causa del grande movimento di scommesse che alimentavano.
La canoa polinesiana come sport (nell’accezione moderna del termine) ha le proprie origini nelle Hawaii. Nel 1875 re David Kalakaua salì al trono delle Hawaii. Kalakaua favorì la riscoperta delle tradizioni hawaiiane: danze, canti tradizionali, e sport acquatici (canoa, vela, surf). Nel 1908 venne fondata la prima associazione di canoa, lo Outrigger Canoe Club of Hawaii. Poco tempo dopo fu fondato il club di surfisti di Hui Nalu e dal 1910 questi due gruppi iniziarono a sfidarsi in gare di canoa. A partire da questo storico nucleo nelle Hawaii, la canoa polinesiana si trasformò gradualmente in uno sport organizzato. La prima vera e propria regata si disputò nel 1922; a partire dagli anni quaranta si iniziò a discutere della necessità di creare un regolamento “ufficiale”. Con questa missione nacque nel 1950 la “Hawaiian Canoe Racing and Surfing Association”, in seguito Hawaiian Canoe Racing Association (HCRA). Oggi l’outrigger è lo sport nazionale hawaiiano, con oltre 7000 atleti e 60 associazioni dedicate.

… diffusione dello sport

Dalle Hawaii, lo sport della canoa polinesiana si diffuse in gran parte del Pacifico, finendo per raccogliere appassionati in tutto il mondo. Fra i paesi che praticano in misura significativa questo sport si possono citare l’Australia, la Nuova Zelanda , il Sudafrica, la California , l’Oregon, il Canada, le Isole Cook, l’Isola di Pasqua, le Fiji, Samoa, Guam, Tonga, le Isole Marianne, la Nuova Caledonia , Tahiti, Hong Kong, ma anche paesi europei come Gran Bretagna, Francia, Germania, Ungheria, Austria, Svezia e la stessa Italia. Anche alcuni gruppi di nativi americani sono molto presenti in questa disciplina sportiva (per esempio la Nazione di Stahlo e il Comitato Nativo di Partecipazione canadese).

… l’evoluzione della canoa

Contemporaneamente al processo che trasformò la gara di canoa in uno sport, anche l’imbarcazione stessa mutò gradualmente. Se le prime gare si disputavano usando canoe progettate per la pesca, fra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX furono commissionate le prime canoe da gara. La prima in assoluto fu realizzata per il principe Kuhio delle Hawaii; pesava 280 kg per meno di 12 m di lunghezza, e vinse tutte le competizioni dal 1907 al 1910. Nel 1933, a Kailua-Kona (nell’Isola di Hawaii), James Takeo-Yamasaki realizzò la storica canoa “Malia” (letteralmente “acqua calma”), sul cui modello è basata la canoa polinesiana moderna. Era in legno di Koa, pesava 182 kg ed era lunga 12 m . La storia di questa imbarcazione fu decisamente avventurosa. Negli anni trenta e quaranta passò di proprietario in proprietario; nel 1950 la prua fu modifica da Wally Froiseth, George Downing e Rudy Choy; nel biennio 1952-1954 vinse tredici competizioni ufficiali consecutive; altri trofei vennero negli anni successivi.
Nel 1959, Tom Johnson e Noah Kalama realizzarono una nuova “Malia” in fibra di vetro, da un calco della Malia originale. Questo nuovo modello di Malia fece incetta di trofei negli anni sessanta e settanta. I nuovi materiali permisero la produzione in serie e quindi la diffusione di queste imbarcazioni presso il grande pubblico.
Il passaggio ai materiali plastici e alla produzione industriale delle canoe furono fortemente criticati dagli hawaiiani, che ancora oggi tendono a disprezzare le canoe realizzate con materiali diversi dal koa originale. Oggi esiste una categoria a parte per le canoe in koa, che non gareggiano contro le caneo in fibra.
La Malia rimase il modello dominante incontrastato di canoa polinesiana per molto tempo. Negli anni settanta apparvero nelle competizioni canoe di origine tahitiana, più leggere e strette, dette Rockets (“razzi”) per la loro velocità, nettamente superiore a quella dei modelli usati in precedenza. Sulla scorta di questa esperienza, l’HCRA nel 1978 introdusse una regolamentazione (prima mancante) relativa ai limiti minimi e massimi di lunghezza e peso delle canoe da competizione. Da queste regole derivò una nuova generazione di canoe, ibridazione fra la Malia hawaiiana e il Rocket tahitiano. Fra i modelli più celebri di questa classe di canoe ci sono lo Hawaiian Class Racer progettata da Joe Quigg e la Canoa Bradley progettata da Sonny Bradley. Più moderno è il modello Force 5 progettato da Walter Guild e Brent Bixler, ibridazione di Hawaiian Class Racer e Bradley.

da Wikipedia , l’enciclopedia libera voce “Canoa polinesiana”

pensiero del capitaono .. 2008

Va’a, Ama, Jaco, Hull, termini sconosciuti, perlomeno dalle nostre parti sul lago di Caldonazzo, ma lingua corrente in altri luoghi lontani ma non troppo.
Termini che rievocano tempi mitici quando nelle isole dell’oceano Pacifico i guerrieri mahori si spostavano con le loro canoe con bilanciere da un’isola all’altra per combattere le loro battaglie. E noi dell’Xtreme, ci siamo, ci abbiamo creduto e abbiamo voluto provare questa nuova avventura.
Grazie alla determinazione del nostro capitano, che ha schiacciato l’acceleratore fino in fondo, e l’impegno di alcuni elementi di punta del nostro gruppo che lo hanno assecondato, credendoci fino in fondo, siamo partiti e abbiamo partecipato ad una prova di campionato Italiano di Outrigger (canoa Polinesiana) svolta lo scorso novembre a Olbia in Sardegna e organizzata dall’associazione Kayaksardegna.
Il viaggio è iniziato via volo da Bergamo destinazione Sassari con poca esperienza ma con una gran voglia di fare bene e così è stato: abbiamo portato a casa un ottimo quarto posto nella distanza dei 200 e 500 metri su Oc1 maschile, un quarto posto sulla distanza dei 200 metri su Oc2 e un secondo posto di Cristina Bampi su Oc2 femminile.
Entusiasmante è stata la prova su Oc6 dove con un equipaggio misto formato dai nostri Luca Barnaba, Lorenzo Roccabruna e Nicola Zanella assieme ai mitici Daniele Scarpa (pluricampione olimpico), Nicola Zamuner (campione del mondo di canoa fluviale) e un non vedente come capo voga abbiamo sfiorato il primo posto contro un agguerrito e compatto equipaggio Sardo di Cagliari che grazie al loro affiatamento si è ben guadagnato il gradino più alto del podio.
Di sicuro il tempo non ci ha aiutati con pioggia e un forte maestrale che ha raggiunto punte di 35/ 40 nodi.
Oltre che con le medaglie al collo siamo tornati a casa carichi d’entusiasmo e di progetti.
D’ora in poi Xtreme non sarà solo drago, che rimane comunque sempre la specialità regina di questo effervescente team ma avrà anche la sua sezione dedicata all’Outrigger, specialità in cui ci vuole credere e che spera prenderà piede anche sul nostro lago.
Non c’è dubbio il prossimo appuntamento è all’isola del Giglio in maggio alla Alvawe cup, famosa gara che si svolge con il periplo completo dell’isola del Giglio e che nella prossima edizione del 2009 sarà campionato europeo. Poi chissà in un angolino della testa di qualche nostro atleta c’è anche un sogno, il campionato del mondo che il prossimo anno si svolgerà alle Hawaii.

Aloha a tutti.

Luca Barnaba